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UFL: al momento non classificabile, ma ha un potenziale

UFL si presenta con buone potenzialità grafiche, ma gravi problemi di giocabilità e identità lo rendono attualmente non competitivo rispetto a eFootball ed EA Sports FC. Rimandato, con la speranza di un futuro miglioramento.

Ho avuto l’opportunità di provare in anteprima UFL, il videogioco sviluppato da Strikerz, una società originariamente bielorussa che si è trasferita a Cipro in seguito alla guerra civile scoppiata in Ucraina nel 2014. Credo che il CEO, Eugene Nashilov, stia cercando di dissociare il più possibile il gioco dalla Bielorussia e dalla Russia, dove ha lavorato per molti anni e fondato una precedente società prima di creare l’attuale struttura. Ma questa è una questione a parte. Passiamo alle mie impressioni sul gioco.

La situazione attuale del gioco

Ad oggi, 30 novembre 2024, il titolo non è giocabile. Almeno per me. Ci sono molti problemi di usabilità nell’interfaccia, su cui per ora possiamo sorvolare, ma il vero problema è la mancanza di giocabilità. I calciatori si muovono molto lentamente, il che potrebbe anche essere una scelta accettabile, ma c’è una forte incoerenza: i passaggi del pallone sembrano soggetti a un fenomeno di entanglement, teletrasportandosi letteralmente dal punto A al punto B.

La palla sembra programmata per non uscire mai dal campo, con il sistema che rallenta visibilmente la sua corsa. I falli? Sono praticamente inesistenti, o comunque molto rari.

Un videogioco deve divertire

Realizzare un videogioco è una delle sfide più complesse: non basta che funzioni, deve anche divertire. Purtroppo, durante la mia prova, mi sono annoiato. Non vedevo l’ora di terminare l’incontro, che, per la cronaca, ho vinto 5-0 contro un altro utente online. Quello che mi ha infastidito maggiormente è stata la mancanza di coerenza e bilanciamento nei controlli: ad esempio, il passaggio alto e il tiro sono molto più efficaci rispetto al passaggio basso.

Sembra quasi che gli sviluppatori abbiano cercato di distinguersi da eFootball (che considero il migliore in termini di giocabilità) e da EA Sports FC, optando per movimenti dei giocatori molto lenti. Tuttavia, per compensare questa lentezza, hanno introdotto passaggi ipersonici che sfidano ogni logica, nemmeno fossero il frutto di un’arma segreta russa.

Un’esperienza frammentaria

Uscendo dal campo di gioco, i problemi si amplificano. È evidente la mancanza di un senso di appartenenza o di identità forte, simile a ciò che critico in EA Sports FC, che si concentra troppo sulle “figurine”. La differenza è che, in questo caso, l’esperienza è persino peggiore. Non sono riuscito nemmeno a giocare con la mia squadra del cuore, la Fiorentina, né ho avuto la possibilità di ricostruirla acquistando giocatori, come invece riesco a fare su eFootball.

Il confronto e la valutazione

Attualmente, non considero UFL nemmeno classificabile. In termini di giocabilità, darei un 10 a eFootball, un 4 a EA Sports FC e un “N.C.” a UFL. Rimandato a settembre. Anzi, spero per loro, rimandato a gennaio, ma vista la lentezza del loro sviluppo, non so quanto tempo servirà per avere un prodotto competitivo.

Punti positivi e prospettive future

Nonostante tutto, ci sono aspetti positivi. La grafica è discreta, anche se migliorabile, e con le giuste correzioni ai problemi evidenziati, UFL potrebbe diventare un titolo in grado di competere con gli altri due principali giochi di calcio.

Tuttavia, al di fuori del campo di gioco, il problema principale resta: manca una forte identità. Alla fine, si tratta di un altro “gioco di carte” come considero quello di EA Sports FC, e che rischia di diventare anche eFootball, se non introdurrà presto la possibilità di giocare con squadre reali.

Siamo ormai immersi in un’epoca in cui la società promuove idee sempre più fluide e sperimentali, con temi che spaziano dagli amori senza confini tradizionali alle relazioni futuristiche tra esseri umani e intelligenze artificiali, un’influenza regalata gentilmente dal Nord America. Tuttavia, questo cambiamento culturale rischia di avere un impatto negativo anche sullo sport più amato al mondo, minandone l’essenza e il legame autentico con i suoi appassionati.

Un videogioco italiano? Perché no!

In conclusione, credo che ci sia spazio per un nuovo protagonista: un videogioco italiano. Se una società bielorussa o, se preferite, cipriota ha impiegato anni per sviluppare un gioco incompleto, sono convinto che con un team di programmatori italiani e il giusto coordinamento si potrebbe creare qualcosa di unico. Se servisse una mano, mi metterei volentieri a disposizione come responsabile di progetto: sono certo di poter fare meglio dei titoli attualmente sul mercato. Al 100%.

Auguri agli sviluppatori

Detto questo, faccio un grande in bocca al lupo ai ragazzi di Strikerz. Con impegno e costanza, potrebbero diventare, nel tempo, tra i migliori del settore. Sempre che non arrivi prima un videogioco di calcio italiano!

Giulio Giorgetti

Direttore eSportsItalia.com

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