La eSerie A è partita. Oggi sono cominciate le qualifiche ai Draft, che stanno dando una possibilità a tutti i gamer di diventare professionisti e di indossare una maglia di una squadra del massimo campionato italiano. Se ne è parlato ampiamente in occasione della seconda giornata dell’eSports Summit.
“I club – ha detto Alberto Elia, Marketing Manager Lega Serie A – hanno vissuto, sin dall’inizio della eSerie A Tim, questa avventura come un’opportunità, generando un senso di collaborazione e condivisione tra gli stessi club e la Lega. Oltre questo va segnalata anche la messa a disposizione da parte delle squadre di asset, come lo sono i calciatori, che solitamente utilizzano per generare benefici individuali. Con la eSerie A Tim, invece, si è creata la possibilità di lavorare insieme anche e soprattutto sotto il punto di vista di strategia e visione“.
Gli eSports stanno quindi facendo il salto di qualità, ma anche per questo il sistema va strutturato. “Nel settore eSports – ha spiegato Francesco Alivia, Marketing Manager, Sponsorship & Strategy di Infront Italy S.p.A. – c’è una mancanza di regolamentazione in un mondo che è in continua crescita ed evoluzione. Dal punto di vista della normativa ci sono differenza abissali rispetto allo sport tradizionale. Per quanto riguarda la eSerie A abbiamo spinto per dare la possibilità a tutti gli appassionati di partecipare con una fase di scrematura e qualifica iniziale. Successivamente ci saranno una serie di side event, come per esempio la Lottery per il Draft, una modalità che abbiamo preso dall’NBA, e altre attività di contorno che stiamo organizzando. Ci sarà quindi una fase che si spera possa essere proposta offline ma l’online in questa fase diventa una valida alternativa“.
La eSerie A potrebbe rappresentare la svolta per tutto il settore eSports. Di questo ne è convinto Luca Pagano, co-founder di Qlash. “Il calcio – ha spiegato – fa parte della cultura italiana, sposta la comunicazione, gli investimenti dei dipartimenti marketing delle aziende, quindi direi di partire dal calcio, per fare poi anche altro. Oggi è più facile spiegare le opportunità del mondo eSports spiegandole come se si trattasse di calcio tradizionale, e per certi versi molte dinamiche sono le stesse”.
Spazio ovviamente ai gamer, che saranno i primi a dover dimostrare che il movimento eSports italiano è pronto per il salto di qualità. L’occasione è stata il Panel “I Pro Player visti oltre il monitor. Preparazione, formazione, stile di vita, pregiudizi”.
“La mia giornata tipo? La mattina mi alleno – ha spiegato ‘Prinsipe’ di MKERS, sottolineando che i gamer devono ambire a diventare professionisti anche nell’approccio al gioco – facendo attività fisica, il pomeriggio mi alleno in streaming. La sera la dedico alla parte di comunicazione social. L’aspetto social è molto delicato perché ad esempio tutte le persone che troviamo sui social hanno dei grandi pregiudizi e purtroppo non è facile far cambiare l’opinione pubblica. Spero che il futuro possa riuscire a far cambiare rotta e pensiero”.
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