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Ettorito (Juventus eSports): “Il consiglio per vincere? Allenarsi bene e coltivare il proprio sogno”

Intervista esclusiva, la prima assoluta di Ettore Giannuzzi con la maglia bianconera, top player PES, due volte campione del Mondo e e da poco inserito anche nella prestigiosa “Top 100 Under 30” stilata da Forbes.

Ad Ettore Giannuzzi diamo il benvenuto su eSportsitalia.com in questa sua prima intervista esclusiva da player della Juventus FC, facendogli gli ovvii complimenti per la recente, bella vittoria nel “Waiting For eSerie A TIM”, con addirittura un roboante 4-0 nel “derby d’Italia” contro l’Inter…

“Ettorito” è “solo” un classe ’97, ma può già vantare un palmares d’eccezione: campione del mondo PES nel 2011 e nel 2018, trionfo nel WESG Olympic, nel mondiale COOP e svariati altri successi che sarebbe davvero lungo enumerare. Chapeau!

Ettore, ti andrebbe di raccontarci come ti sei avvicinato agli eSports e alla PES League in particolare? E’ vero che eri un fenomeno già in tenera età?

«E’ molto semplice: ho iniziato a giocare da piccolino, all’età di 7 anni, con mio padre e mio zio, all’epoca con la Playstation 2. Poi, con la PS3, ho iniziato a giocare le prime partite online: lì ho conosciuto un ragazzo che mi ha fatto conoscere il mondo della PES League, e a 11 anni ho vinto il mio primo torneo».

Il nickname con cui gareggi è ovviamente ispirato al tuo nome di battesimo: “Ettorito” era un diminutivo in famiglia?

«Quello di “Ettorito” è un nickname scelto sempre durante il mio periodo con la PS3, intorno al 2009. Avevo conosciuto un player portoghese che non riusciva a pronunciare bene il mio nome, e allora mi chiamava “Ettorito”: da lì è nato tutto…».

Nelle PES League World Finals 2018, a Barcellona, hai trionfato sia nell’1 vs 1 sia nel 3 vs 3 e ti hanno definito il player PES più forte di sempre. Cos’hai provato in quel momento? È stata la tua soddisfazione più grande o c’è un titolo, magari il primo conseguito in carriera, che ti ha trasmesso maggiori emozioni?

«Beh, 2 anni fa sono state emozioni davvero forti, perché nessun altro player al mondo è riuscito a raggiungere i traguardi che ho raggiunto io. Ma anche la vittoria – giovanissimo (appena 14 anni, ndr) – nel Mondiale 2011 è stato un altro momento altissimo ed emozionante. Però, sì: in assoluto direi che Barcellona 2018 è stato il punto più alto».

La Juventus è tra i club più importanti e vincenti del pianeta, e anche negli eSports ha fatto investimenti degni del suo prestigio. A parte questo, ci sono altri motivi che ti hanno portato a sposare il progetto bianconero? Cosa si prova a farne parte?

«La Juve è un grande club. Quando investe in un progetto lo fa con grande serietà. E’ arrivata la chiamata e sono stato felicissimo: io, poi, sono anche un tifoso bianconero e la cosa non guasta davvero, anzi… Ho avuto modo di respirare l’atmosfera juventina in occasione degli shooting che abbiamo fatto in sede, e devo dire che essere in quei luoghi è decisamente emozionante: sono davvero molto onorato di indossare la maglia bianconera».

A proposito di maglia: indossi quella numero 7, come un certo Cristiano Ronaldo… Quella del numero è una scelta casuale? Hai avuto modo di conoscere CR7 di persona?

«Sì, è un omaggio al grande campione che è Cristiano Ronaldo, ma d’altronde il numero 7 fa parte anche del mio anno di nascita, e quindi la scelta non è casuale. CR7 l’ho solo incontrato durante la festa di Natale, ma spero che in futuro ci sia occasione per poterlo conoscere da vicino».

Photo by Daniele Badolato – Juventus FC  via Getty Images


Parlando di Juve e di Cristiano Ronaldo è inevitabile affrontare anche il discorso del campionato. Finalmente l’Italia ha deciso di entrare nel mondo degli eSports professionistici a partire dal calcio: il progetto della eSerie A TIM, al momento fermo a causa dell’emergenza Coronavirus, rappresenta l’occasione perfetta per iniziare questo percorso? Chi temi di più in questo torneo?

«La eSerie A TIM è un bel progetto: speriamo che questo periodo finisca presto e che il campionato possa partire. Ci sono squadre forti e interessanti, come ad esempio Inter e Cagliari, ma anche altre – affrontate nelle ultime settimane nei quadrangolari amichevoli (come il Waiting For eSerie A, ad esempio, ndr) – non sono niente male. Certo, un conto sono le gare “friendly”, in cui sei rilassato e senza stress, un altro è il match di campionato con i punti “veri” in palio: lì le emozioni e il grado di attenzione sono davvero diversi».

A questo proposito, e proprio in ottica campionato, quali differenze passano tra il live e l’online? Vorremmo capire i pro e i contro di entrambe le modalità di gioco e – senza voler a tutti i costi ricordare il Brasile di un anno fa (una sfortunata esperienza con la “torcida” verdeoro, tutt’altro che sportiva, in quell’occasione…) – sapere qual è l’incidenza del fattore campo nella prima…

«Sicuramente ci sono molte differenze, e sono due modalità molto diverse: una delle tante è la velocità di connessione nell’online. In Italia, magari, è di 100 Mb al secondo, all’estero oltre 1 Giga: chi ha la connessione peggiore soffre di più perché vede il gioco più lento, più macchinoso. E poi a casa c’è più relax, sei nella tua stanza, puoi stare con le tue cuffiette, magari con della musica di sottofondo… La modalità live è tutta un’altra cosa: è molto più difficile e devi continuamente mantenere altissima la tensione agonistica e la concentrazione».

Ci parleresti anche dell’1 vs 1 e del 3 vs 3? Cosa cambia nella preparazione delle sfide in un caso e nell’altro? E cosa ci dici della modalità 10 contro 10? Ti piace?

«Il 10 vs 10 è molto divertente, peccato non ci sia un campionato ufficiale. L’1 vs 1 e il 3 vs 3 sono ovviamente le più importanti, e in quest’ultima – con la mia squadra – stiamo ad esempio cercando di affinare l’intesa. Diciamo, visto che è quella in cui gioco al momento, che la modalità 3 vs 3 è quella che preferisco».

Quanto conta, quindi, l’allenamento negli eSports? In gara, alla console, non c’è dispendio di energie fisiche: tuttavia immaginiamo che lo stress mentale non sia di poco conto, giusto? E quanto conta il divertimento? E’ esso stesso una “skill” per fare bene?

«Io mi alleno 2-3 ore al giorno e cerco di tenermi sempre in allenamento. Basta non giocare per una settimana e si rischia di “perdere la mano” e la giocabilità. E’ un fenomeno che può subentrare già dopo pochi giorni in cui non si tocca la console, quindi ci vogliono costanza e dedizione».

Ma un giocatore che eccelle in una determinata specialità, e che si è specializzato con essa – ad esempio su PES –sarebbe in grado di primeggiare, allenandosi bene, anche su altre piattaforme?

«Penso che – così come avviene nello sport “giocato” – con un dono specifico ci si nasce. Si intraprende una carriera in un determinato gioco, ed è difficile spostarsi altrove, su un’altra piattaforma o addirittura su un “Arcade”. Non dico impossibile, ma sicuramente difficile».

Photo by Daniele Badolato – Juventus FC via Getty Images

Hai parlato di “carriera”: tu sei di origini pugliesi, e grazie alle tue abilità alla console sei arrivato a calcare grandi palcoscenici internazionali, diventando un modello per tanti ragazzi, specie della tua generazione. Cosa consiglieresti a chi vuole affacciarsi a questo mondo? Gli eSports possono rappresentare anche un trampolino di lancio per i ragazzi del Sud?

«Penso che in questo settore qualsiasi ragazzo può dimostrare in proprio valore sul campo e puntare in alto: basta una connessione internet. Il consiglio che posso dare alla mia generazione è quello di allenarsi. Allenarsi spesso, magari senza esagerare, ma allenarsi e coltivare il proprio sogno con serietà, come ho fatto io: di recente sono stato inserito all’interno della “Forbes Top 100 Under 30” ed è per me motivo di grande soddisfazione e di orgoglio».

In conclusione, a 23 anni sei già un Numero 1 assoluto degli eSports: come ti vedi nel 2030, tra una decina di anni?

«Contrariamente a quanto si può pensare, passati i 30 anni un atleta eSports perde un po’ di riflessi. Quindi se tra una decina di anni sentirò di essere ancora all’altezza, proverò a sfidare ancora i “ragazzini” di quel periodo. Altrimenti mi dedicherò ad altri ruoli».

E anche in un lontano futuro, anche per piattaforme evolute e ancor più avanzate tecnologicamente, magari da tecnico o da dirigente, ne siamo sicuri, Ettore “Ettorito” Giannuzzi rappresenterà una risorsa straordinaria per il mondo degli eSports.
Ancora e sempre, da Numero 1.

Per seguire le prossime sfide del campione del team eSports Juventus è possibile utilizzare i seguenti link:
– Instagram: https://www.instagram.com/ettorito97/
– Twitter: https://twitter.com/ETTORITO
– Canale YouTube Juventus FC: https://www.youtube.com/juventus

Carlo Lazotti

Giornalista sportivo, esperto di Gaming, new media e hi-tech.

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